Ho dolore: cosa sta succedendo?

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Il dolore, un sintomo comune nelle malattie oncologiche, è spesso un segnale importante per la diagnosi iniziale e un fattore clinico che può essere indicativo dell’evoluzione della situazione, non sempre in senso peggiorativo. 

È un meccanismo allo stesso tempo fisiologico, in quanto segnala un danno, e patologico, quando si trasforma in malattia senza una finalità, con tutte le sue connotazioni anche psicologiche.

Il dolore da cancro è considerato generalmente cronico ed è facilmente riconducibile alla malattia di base, anche se, su una base di dolore cronico, possono verificarsi dolori acuti che vanno segnalati al medico affinché valuti la necessità di approfondimenti.

Le neoplasie possono comportare dolore attraverso il coinvolgimento di tutti i tessuti dell’organismo e questo è il motivo per cui la tipologia di dolore percepita può essere molto variabile.

L’impatto del dolore sulla qualità di vita può essere molto forte: la presenza cronica del dolore interferisce con le attività quotidiane, con le relazioni sociali, limita l’autonomia e, a lungo andare, altera l’equilibrio psicologico. Il dolore propriamente detto costituisce comunque un’esperienza soggettiva.

Il dolore oncologico, in particolare, viene definito come “dolore globale, multidimensionale”1. Questo è il motivo per cui non devi sopportarlo, ma COMUNICARLO al tuo medico il più presto possibile.

Non segnalare precocemente il tuo dolore significa facilitare il suo peggioramento e rendere difficoltosa, successivamente, l’azione dei farmaci analgesici.

Nella maggior parte dei casi l’origine del dolore è legata all’azione diretta del tumore e può dipendere2:

  • dall’estensione nei tessuti molli
  • dal coinvolgimento dei visceri
  • dal coinvolgimento osseo
  • dalla compressione delle radici nervose
  • dalla compressione del midollo spinale

In una percentuale minore dei casi il dolore può essere correlato alla terapia antitumorale, cioè chirurgica, chemioterapica o radioterapica e/o alle procedure diagnostiche.2

In circa il 10% dei casi il dolore è indipendente dal cancro e dalle terapie. Esso è determinato da cause concomitanti, spesso pre-esistenti, o favorite dalla neoplasia; si tratta di osteoartrite, artrosi, costipazione, distensione gastrica, trombosi, embolie, mucositi, nevralgie (ad esempio post-herpetica, favorita dall’immunosoppressione legata alla chemio o radioterapia).

La natura del dolore oncologico è, quindi, complessa e per poterla inquadrare correttamente bisogna tener conto della patogenesi, della tipologia (ben localizzato, mal localizzato, riferito, continuo, trafittivo costrittivo ecc.) e dei caratteri di insorgenza (a riposo, in movimento ecc.).

A prescindere da una corretta valutazione del dolore, il suo trattamento adeguato è fondamentale: la valutazione clinica del dolore è indispensabile sia per decidere l’approccio diagnostico volto a comprenderne le cause e la fisiopatologia, sia per definire la strategia terapeutica. 

Data la complessità, non devi credere che un incremento del dolore importante sia necessariamente legato ad un peggioramento del tumore. Spesso esso è legato a fenomeni temporanei, legati ad effetti collaterali di farmaci o, come sopra detto, a chemio e radioterapia. Questo è il motivo per cui è sempre opportuno chiedere all’Oncologo o al Radioterapista, prima di intraprendere un trattamento, se esso può comportare dolore e valutare in anticipo una strategia terapeutica che ti eviti inutili ansie.

Glossario

Referenze

  1. Oncology in Europe. Terapia del dolore. Accessed March 2017.
  2. AIRC. Dolore oncologico. Accessed March 2017.